Le meraviglie naturali del Parco
Particolarmente iteressante dal punto di vista faunistico e floristico, il Parco si estende su una superficie di 70.000 km quadrati e comprende 18 comuni: Acquacanina, Amandola, Arquata del tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte ,Montefortino, Montegallo, Montemonaco, Norcia, Pievebovigliana, Pievetorina, Preci, San Ginesio, Ussita, Visso.
Secondo il sistema Rete Natura 2000, progetto dell’Unione Europea, che prevede la selezione e la segnalazione di aree di importanza naturale e di protezione speciale, nel Parco sono state rilevate:
-4 Zone di protezione speciale (ZPS), dove vengono salvaguardate alcune specie di uccelli migratori;
-20 siti di interesse Comunitario: zone che hanno conservato il loro habitat naturale; una volta che essi vengono approvati dall’ U.E., diventano Zone di Conservazione Speciale (ZCS).
Gli animali più rari e di interesse comunitario presenti nel Parco sono:
la trota macrostigma;la salamandrina dagli occhiali;il tritone crestato;il serpente Cervone; la vipera dell’Orsini;il lupo; l’orso; il passero Tottavill; i falchi Ranario, Pellegrino e Pecchiaiolo;i pipistrell Barbastello e Rinolofo maggiore;il gufo reale;l’aquila reale; la Calandrella;la Balia del Collare;l’Averla piccola.
Altri animali da annoverare sono il Gatto Selvatico, il cervo ed il camoscio, gli uccelli codirossone, sordone ed il fringuello alpino.
Nel Parco si trova il lago di Pilato, situato sul Monte Vettore, nelle Marche ma a circa un km dal confine umbro.
Si tratta di uno specchio d’acqua formatosi in seguito al’accumulo di detriti trasportati dal ghiaccio(morena) in epoca glaciale.
Viene chiamato il ‘lago con gli occhiali’ poiché si tratta di due bacini vicini tra loro che nei periodi di maggiore pioggia- fusione della neve, sono collegati tra loro da una sottile striscia, ricordando nella forma un paio di occhiali.
Secondo la leggenda qui giace il corpo di Ponzio Pilato; inoltre si dice fosse meta di stregoni e vi si svolgessero, in particolare durante il Medio Evo, dei riti sacri.
Nel museo della Grotta Sibillina a Montemonaco è custodita la ‘Grande Pietra’: una lapide con incisioni misteriose non ancora decifrate.